La nebbia sulle colline Parmensi coccola le radici di una terra devota al culto della buona tavola e dei prodotti pregiati a lunga lavorazione. Pochi altri artigiani del cibo nella storia hanno saputo usare così ad arte il tempo e la pazienza come ingredienti segreti per creare capolavori dal gusto unico, capaci di conquistare il mondo. I norcini, da sempre conoscitori delle carni ed esperti affinatori, dosavano tempo, sale e natura come oscuri alchimisti alla ricerca dell’aroma perfetto, semplicemente intenso e dolce.
Per questo, ispirandoci al piacere dell’attesa abbiamo voluto creare una linea che sia custode del nostro passato, riscoprendo i prodotti classici di un tempo, tassativamente lavorati esclusivamente al naturale grazie alla sola aggiunta di una miscela unica di sali marini italiani e alle coccole armoniose del susseguirsi delle stagioni.
Capolavori di bontà provenienti da solo suino pesante rosa Italiano, quello selezionato dai nostri nonni, allevati riscoprendo i metodi antichi, senza fretta, all’aria aperta, con la cura delle piccole famiglie e un’alimentazione basata sui prodotti della natura. Prodotti infine sublimati dalle nostre cantine in legno intrise di più di un lustro di essenze che si susseguono, dirette come un’orchestra da un’eredità di esperienza tramandata da generazioni. Assaporando questi prodotti si riscopre un sapore antico, un dolce ricordo del passato che riaffiora potente alla memoria.
Questa linea di eccellenza, consacrata alla riscoperta delle nostre radici prende il nome da Maria Luigia, Duchessa di Parma, moglie di Napoleone I e Regina d’Europa a cui la dedichiamo con riconoscenza e affetto: una musa ispiratrice che ha saputo illuminare la città a regale splendore, donandole un’eredità speciale. Icona senza fine che incarna la tradizione più vera di Parma, elegante, amorevole, unica, come la nostra tradizione artigianale di eccellenza.
Maria Luigia (1791-1847), figlia primogenita dell'imperatore austriaco Francesco I d’Asburgo e di Maria Teresa di Borbone-Napoli, governò con grandezza, passione e dedizione il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla tanto da meritarsi il titolo di “buona duchessa”.
Con il nome di Marie-Louise è passata alla storia nel suo ruolo di moglie di Napoleone Bonaparte e imperatrice dei francesi dal 1810 al 1814, nonché madre dello sfortunato re di Roma.
Quando Napoleone venne sconfitto dalla sesta coalizione, l’Asburgo decise di non seguirlo nel suo esilio all'Isola d'Elba ma di tornare in Austria con il figlio; a giugno 1815 il Congresso di Vienna, non senza difficoltà e tensioni, le assegnò il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, che tuttavia alla sua morte sarebbe tornato ai legittimi Borbone.
Maria Luigia prese solenne possesso del ducato emiliano il 19 aprile 1816 e lo governò fino alla sua morte, avvenuta il 17 dicembre 1847. Fin dai primi anni di regno Maria Luigia mise in atto un’attenta politica di carattere soprattutto assistenziale e benefico, ma nello stesso tempo finalizzata a ridare alla città il decoro e le strutture di una vera capitale. Tra i vari ambiti di intervento, si ricordano la sua attenzione alla prevenzione e lotta alle epidemie, alla condizione femminile e dei malati di mente, alla situazione sanitaria; a lei si deve, come esempio tra i tanti, nel 1817 l’apertura dell’Ospizio della Maternità con annessa la Scuola teorico-pratica di ostetricia.
Diverse inoltre sono le opere architettoniche da lei realizzate, quali i ponti sui fiumi Taro e Trebbia, la strada della Cisa, il Teatro Regio (all’epoca chiamato ducale) e il cimitero della Villetta, il restauro e l’ampliamento del palazzo ducale di Parma, l’ampliamento e l’arricchimento della biblioteca e dell’accademia ducale di belle arti (futura Galleria nazionale di Parma).
Grande musicista, appassionata pittrice ad acquerello, competente botanica e grande viaggiatrice (e dei suoi viaggi ha lasciato ampie testimonianze scritte in lettere e diari), la duchessa più amata dei parmigiani ha cambiato il volto della città per sempre. La “Petite capitale” è intrisa nelle sue strade e nelle sue tradizioni del suo gusto unico, raffinato e cosmopolita, così come del suo amore per la buona tavola, passione che condivideva con i “suoi” parmigiani.